Ortopedia e Traumatologia Pediatrica

Le problematiche muscolo scheletriche dei bambini sono assai diverse da quelle degli adulti; poiché i bambini, fino all’età adolescenziale, hanno un apparato scheletrico ancora in accrescimento (grazie alla presenza dei nuclei di ossificazione cartilaginei in tutti i distretti scheletrici), le risposte del corpo ai traumi (fratture), alle deformità (es. piede piatto, ginocchio varo e valgo), alle patologie infiammatorie e degenerative (es. osteocondrosi), si manifestano diversamente rispetto ad una persona che ha completato il suo accrescimento scheletrico.

Le patologie ortopediche di interesse pediatrico vanno attentamente valutate, monitorate nel tempo; inoltre il fare diagnosi e soprattutto il trattamento è diverso rispetto all’adulto, anche se talvolta le patologie sono le stesse. I bambini non sono dei piccoli adulti, non è facile esprimere il dolore, il disagio o rispondere e collaborare alle richieste di un medico durante la visita. E’ compito dell’ortopedico specialista sapere come esaminare e trattare una patologia pediatrica, considerando sempre l’importanza dell’aiuto dei genitori e del pediatra.

Piede Piatto

E’ una deformità del piede nella quale la volta plantare scompare e si associa spesso ad un atteggiamento del calcagno verso  l’esterno (retro piede valgo).

Si manifesta, e quindi meritevole di attenzione, dopo i 4 anni circa, raramente sia associa ad una sintomatologia dolorosa.

La diagnosi è clinica (dopo una visita ortopedica), ma è tesa ad individuare altre patologie del bambino (scoliosi, ginocchio valgo, patologie dell’anca,etc.). In alcuni casi è utile un esame radiografico ed un esame baropodometrico (BPE). Nei primi anni quando la deformità è così detta flessibile, il trattamento è con ginnastica specifica del piede; dopo i 5 anni può essere indicato un trattamento ortesico (plantari). Ove tale trattamento non porta alla correzione voluta, nei bambini tra i 10 e i 14 anni può essere indicato l’intervento chirurgico di artrorisi che consiste, con una chirurgica mininvasiva ed in anestesia loco regionale, nel posizionare una vite nel piede (seno del tarso), tra l’osso del calcagno e dell’astragalo, per evitare lo scivolamento di uno sull’altro. Il recupero è immediato, e la deambulazione avviene 24 ore dopo l’intervento.

Osteocondrosi

Sono alterazioni degenerative dei nuclei di accrescimento di alcune ossa; si manifestano prevalentemente tra 4-5 e i 12-14 anni e sono dovute a disturbi della microcircolazione locale con segni di rarefazione ossea.

Principali Osteocondrosi

SINDROME DI OSGOOD-SCHLATTER

E’ un’osteocondrosi del nucleo di accrescimento della tuberosità tibiale, ove si inserisce il tendine rotuleo.

SINDROME DI OSGOOD-SCHLATTER

E’ frequente in giovani adolescenti che praticano sport quali calcio, basket, ginnastica, rugby; i sintomi più frequenti sono: dolore e tumefazione (piccolo “bozzo”) al di sotto del ginocchio.

La diagnosi è clinica, con una semplice visita medica, ma talvolta è utile un esame radiografico del ginocchio in comparativa per quantificare l’entità del problema.

Il trattamento previsto è il riposo e l’astensione da attività sportive fino alla completa scomparsa del dolore, che talvolta può protrarsi anche per alcuni mesi.

SINDROME DI SEVER-BLANKE

E’ un’osteocondrosi del nucleo di accrescimento del calcagno, ove si inserisce il tendine di Achille.

SINDROME DI SEVER-BLANKE (Tallonite)

E’ frequente tra i 9 e i 14 anni, soprattutto in bambini che praticano sport. Il sintomo più frequente è il dolore sul calcagno (“tallonite”), con irradiazione sul tendine. La diagnosi è prettamente clinica, con una semplice visita medica, e l’esame radiografico non è sempre necessario.

Il trattamento proposto è: il riposo assoluto, con astensione dalle attività sportive che sovraccaricano il piede, un’ ortesi (talloniera o plantare specifico) può essere utile, e talvolta è consigliabile un trattamento fisioterapico per aumentare elasticità e forza dei muscoli della gamba ed impostare un lavoro di bilanciamento muscolare degli arti inferiori. Anche in questa patologia giovanile la sintomatologia dolorosa può durare a lungo.

SINDROME DI SINDING-LARSEN

E’ un’osteocondrosi del polo inferiore della rotula, zona ove si inserisce la parte prossimale del tendine rotuleo.

SINDROME DI SINDING-LARSEN (Ginocchio del Saltatore)

Frequente in età periadolescenziale, si manifesta soprattutto in giovani sportivi. Il sintomo più frequente è il dolore al ginocchio, soprattutto durante l’attività sportiva e nel salire e scendere le scale.

La diagnosi è clinica e mira ad individuare la sede esatta del dolore, ma anche l’allineamento dell’arto inferiore, eventuali presenze di patologie dell’anca o del piede, e la forza e l’elasticità muscolare.

L’esame radiografico è utile e, ove i sintomi fossero persistenti, si completa la diagnosi con una Risonanza Magnetica.

Il trattamento è: riposo, sospensione delle attività sportive che sovraccaricano il ginocchio, lavoro fisioterapico mirato a riprendere forza muscolare ed elasticità (stretching).

LE ALTRE OSTEOCONDROSI GIOVANILI

LA MALATTIA DI PERTHES

Osteocondrosi del nucleo di accrescimento dell’anca, con dolore inguinale, talvolta irradiato al ginocchio e zoppia

IL MORBO DI PANNER

Osteocondrosi del nucleo di accrescimento del capitello radiale; dolore al gomito con limitazione dolorosa dei movimenti

LA MALATTIA DI KOHLER I E II

Osteocondrosi dell’epifisi dei metatarsi;  dolore sotto il piede; osteocondrosi dello scafoide tarsale con dolore sul mesopiede

Scoliosi

La scoliosi è una condizione nella quale la colonna vertebrale ha una curvatura; questa può interessare solo il tratto lombare, il tratto dorsale od ambedue ( scoliosi ad S italica); la componente rotatoria che si associa è responsabile dell’asimmetria delle spalle, delle scapole e del bacino. Si definisce idiopatica quando la causa è sconosciuta.

La scoliosi si manifesta più frequentemente dopo i 10 anni (scoliosi adolescenziale); al di sotto di tale età (scoliosi giovanile) è più rara.

Non si associa a sintomi particolari, ma è solitamente visibile a genitori e pediatra. L’esame clinico ortopedico è fondamentale nella diagnosi, che si completa con un esame radiografico della colonna in toto sotto carico, che consente di misurare l’angolo della curvatura scoliotica (angolo di Cobb), discriminante per il trattamento più idoneo. Scoliosi al di sotto dei 20° sono trattate con cicli di ginnastica posturale con le varie tecniche, tra i 20° e 45° con corsetti ortopedici, e al di sopra di tale angolazione (molto rara) diventa necessario un trattamento chirurgico.

L’aspetto preventivo, ormai diffuso anche in ambiente scolastico, ha reso tale patologia meno frequente e soprattutto si possono ottenere buoni risultati con trattamenti precoci.

Le fratture

L’incidenza delle lesioni traumatiche in età pediatrica è più frequente che nell’adulto, anche se spesso con un danno di minore entità. Le fratture più frequenti avvengono dopo una caduta ed interessano più comunemente il polso ed il gomito.

Le lesioni scheletriche in età pediatrica si differenziano da quelle degli adulti per le caratteristiche anatomiche e biomeccaniche dell’osso in accrescimento del giovane.

La diagnosi ed il trattamento di una frattura pediatrica merita estrema attenzione e scrupolo, tenendo conto della scarsa collaborazione del paziente e degli elementi radiografici che non sempre evidenziano la lesione.

Altro aspetto importante è la valutazione dei potenziali difetti di crescita che si possono avere quando c’è un danno a carico delle cartilagini di accrescimento.

Il trattamento delle fratture pediatriche è cambiato negli ultimi anni, ove la maggiore tendenza verso la chirurgia nasce da un miglioramento ed una evoluzione dei mezzi di sintesi per le fratture (chirurgia  di “minima” e mininvasiva) e un progresso nelle tecniche anestesiologiche.

E’ importante ricordare che il trattamento incruento in gesso non è abbandonato per le fratture pediatriche considerando che i meccanismi di guarigione di un osso giovane sono rapidi ed hanno più ampi margini di compenso.

FRATTURA “A LEGNO VERDE”

 

Sono fratture incomplete, frequenti a livello del polso, così chiamate perche ricordano, ad un esame radiografico, un ramo verde spezzato non completamente. Il trattamento è incruento con un apparecchio gessato o in alcuni casi con l’applicazione di un tutore con una buona guarigione.

 

DISTACCHI EPIFISARI

Sono fratture ove è interessata la cartilagine di accrescimento delle ossa lunghe; frequenti nel gomito, ginocchio, polso e caviglia, per il danno subito dalle cartilagine si può avere una crescita alterata con conseguenti deformità assiali.

A seconda della lesione frattura può essere ridotta incruentamente e stabilizzata con gesso o nelle lesioni più gravi con mezzi di sintesi spesso percutanei come i fili metallici.

DISTACCHI APOFISARI

 

Le apofisi sono delle zone di accrescimento cartilagineo nelle quali si inseriscono tendini . Le fratture o distacchi di tali sedi anatomiche sono dovute ad un’ azione di strappo (avulsione) da parte di tendini o legamenti in un locus di minore resistenza.

I distacchi apofisari si presentano nei bambini e negli adolescenti che svolgono attività sportive ed interessano il bacino (spina iliaca anterosuperiore ed inferiore), il gomito, il ginocchio. L’indagine strumentale si avvale della radiografia, che può integrarsi con una risonanza magnetica.

Il trattamento è quello di una riduzione manuale e di un gesso, talvolta è necessario un intervento di osteosintesi di minima.