
Tutto quello che c’è da sapere sulla protesi di ginocchio
Sei sicuro di sapere tutto quello che c’è da sapere su una protesi di ginocchio? Il nostro esperto in Ortopedia, il Dott. Ripanti, ci parla di questo intervento
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La protesi dell’anca è una tecnica di chirurgia avanzata che consiste nella sostituzione dell’anca degenerata con un’articolazione artificiale.
Per l’intervento si utilizza l’anestesia totale o la rachianestesia (al di sotto della schiena). Per il ricambio delle protesi si preferisce l’anestesia totale, ammesso che si tratti di interventi più lunghi e laboriosi.
Esistono diversi tipi di protesi dell’anca in funzione di come viene realizzata la sostituzione delle ossa colpite.
Le protesi dell’anca vengono utilizzate per alleviare il dolore e per restituire al paziente la funzione di un’anca che non risponde bene al trattamento conservativo (riposo, riabilitazione, antinfiammatori…).
La sostituzione dell’anca con una protesi è indicata nei casi di artrosi dell’anca, artrite reumatoide o frattura dell’anca.
Le protesi si utilizzano per restituire e ripristinare la funzione dell’area colpita; è per questo che esse sono dotate di diverse componenti.
Le caratteristiche dei materiali impiegati in questo tipo di protesi permettono una mobilità simile a quella dell’articolazione umana. Per la fabbricazione di questi impianti vengono impiegati diversi metalli, come acciaio inossidabile, leghe di cobalto, cromo e titanio; plastica, generalmente polietilene, un materiale molto duraturo e resistente al logoramento provocato dall’attrito.
Prima dell’intervento di impianto di protesi dell’anca viene condotto uno studio preoperatorio che comprende:
Tuttavia, possono essere necessari ulteriori esami (esami di ventilazione polmonare, ecocardiogramma o prove allergiche).
Dopo l’intervento, i pazienti devono portare le stampelle per tutto il mese successivo.
Durante il post-operatorio è importante che il paziente segua una serie di istruzioni in casa:
Oltre a ciò, si consiglia al paziente di dormire supino, con un cuscino tra le gambe e di non girarsi da un lato. Quando si deve andare al bagno, si consiglia di porre un rialzo sul wc di circa 10-15 cm per evitare la flessione eccessiva dell’articolazione.
L’artrosi del ginocchio è una patologia articolare, che consiste principalmente nella lacerazione della cartilagine articolare, che può essere progressiva. Questa patologia può colpire qualsiasi articolazione, ma, di norma, soprattutto la colonna vertebrale, le mani, le ginocchia e le anche. La patologia di per sé non è esclusiva della vecchiaia, perciò chiunque può soffrirne. Tuttavia, la frequenza delle persone affette aumenta con l’avanzare dell’età, sebbene sia più comune nelle donne e nelle persone geneticamente predisposte. Sebbene molti di questi fattori non siano modificabili, è possibile comunque evitare il manifestarsi di questa patologia e il suo progredire. Esistono due tipi di artrosi del ginocchio, l’artrosi primaria, collegata all’invecchiamento e l’artrosi che si verifica in seguito a una lesione precedente, come una frattura, e che colpisce persone che praticano attività fisica ad alti livelli o persone obese.
Sebbene, in generale, l’artrosi non sia una patologia grave, è possibile che, a lungo andare, essa possa influire negativamente sulla qualità della vita delle persone affette. La prognosi dipende molto dal tipo di patologia e dalla sua evoluzione. È importante eseguire una diagnosi precoce, poiché tale fattore, insieme alle misure di prevenzione articolare, può contribuire a rallentare l’evoluzione e lo sviluppo della patologia. Il dolore e la mancanza di mobilità sono i principali fattori che incidono sulla qualità della vita del paziente, che, di conseguenza, viene compromessa. La patologia colpisce in maggior proporzione le persone al di sopra dei 50/60 anni. Ciò può favorire il sedentarismo di questi individui e favorire l’obesità, il manifestarsi di fattori di rischio di patologie, come l'ipercolesterolemia, l’ipertensione o il diabete, tra le altre malattie.
I segni e le manifestazioni dell’artrosi sono vari, progressivi e compaiono in maniera sporadica nel tempo. Il sintomo più comune è il dolore articolare, oltre a una limitazione dei movimenti delle articolazioni, accompagnati da crepitii e, a volte, dal cosiddetto versamento articolare. Vi sono casi in cui le persone presentano rigidità e deformazioni articolari. Il sintomo più preoccupante è il dolore. A un primo stadio, la malattia si manifesta quando la persona si muove o cerca di compiere uno sforzo con l’articolazione colpita. Il dolore scompare con il riposo. Tuttavia, lo sviluppo della patologia fa sì che il dolore compaia sia quando si realizza un movimento, sia quando si è a riposo. Uno dei fattori positivi del dolore articolare è che non è costante, per cui il paziente può trascorrere periodi anche lunghi senza avvertire dolore, sebbene ciò non significhi che nel frattempo la malattia non stia progredendo.
La diagnosi dell’artrosi è complessa. In primo luogo, è bene sottolineare che essa non può avvenire mediante una radiografia, ma è necessario eseguire un’anamnesi corretta e una visita medica. Nei casi in cui il paziente presenti gonfiore al ginocchio, lo specialista può decidere di estrarre il liquido articolare per analizzarlo e confermare la diagnosi. A parte le radiografie, la TAC o la risonanza magnetica possono essere esami complementari per diagnosticare l’artrosi.
La o le cause dell’artrosi sono ancora sconosciute al giorno d’oggi. Tuttavia esistono una serie di fattori di rischio associati alla sua comparsa:
La misura principale da adottare per cercare di prevenire la comparsa dell’artrosi è semplice: seguire una dieta sana ed equilibrata, come potrebbe essere la dieta mediterranea, oltre a praticare regolarmente e in maniera moderata attività fisica adatta all’età e allo stato fisico della persona. È raccomandabile limitare lo sforzo fisico intenso, come sollevare o trasportare oggetti pesanti. Sport di contatto, come il calcio e il rugby non sono raccomandabili per le persone affette da artrosi, poiché essi possono scatenare la malattia. I calciatori sono, infatti, uno dei gruppi maggiormente colpiti da questa patologia, a causa delle frequenti lesioni del menisco.
L’obiettivo principale del trattamento dell’artrosi è migliorare il dolore e l’incapacità funzionale, senza dar luogo a effetti collaterali che possono colpire il paziente. Il primo passo è la presa di coscienza, giacché evitare i fattori di rischio è fondamentale per scongiurare la patologia o per far sì che i suoi effetti siano il meno invalidanti possibili. A sua volta, il paziente avrà uno schema di esercizi personalizzato che dovrà realizzare con il fisioterapista per migliorare la sua condizione.
Al momento di trattare l’artrosi del ginocchio, il paziente ha diverse opzioni a disposizione, poiché esistono diversi specialisti in grado di trattarla, come i Traumatologi, i Reumatologi, i fisioterapisti, gli specialisti in Medicina Rigenerativa… Tuttavia, al momento della diagnosi, è bene sottolineare che il Traumatologo è lo specialista delle ossa e il Reumatologo quello dell’apparato locomotore ed è perciò lui ad occuparsi del trattamento dell’artrite in una prima fase.
L’artrosi dell’anca è una malattia degenerativa della cartilagine che ricopre la giuntura delle ossa del bacino e del femore. Questo tessuto facilita i movimenti tra le ossa e ne evita l’attrito. Quando la cartilagine diminuisce di trama e spessore o quando si consuma, si perde il corretto ingranaggio tra il femore e il bacino, fattore che dà luogo l’artrosi dell’anca. A seconda della sintomatologia dei pazienti si possono distinguere tra artrosi lieve, moderata e grave dell’anca.
L’artrosi dell’anca è una malattia cronica e, generalmente, si evolve molto lentamente con il passare degli anni. Inoltre, si stima che l’artrosi dell’anca sia il secondo o terzo tipo di artrosi più comune.
Il principale sintomo di questa patologia è il dolore, che si localizza fondamentalmente nella regione dell’inguine. Possono manifestarsi anche altri sintomi come la rigidità e il deterioramento della funzionalità (mobilità). In alcuni casi, il dolore scende verso la parte anteriore del muscolo, arrivando al ginocchio che può far male. Ciò potrebbe far pensare al paziente che il problema risieda nel ginocchio.
Per eseguire la diagnosi dell’artrosi dell’anca, lo specialista seguirà i seguenti passi:
L’artrosi dell’anca è una malattia multifattoriale, ovvero, è la conseguenza di una somma di fattori genetici e ambientali. Tra le cause secondarie che, insieme a quelle primarie o in maniera isolata, provocano l’artrosi dell’anca vi sono:
Una delle cause dell’artrosi dell’anca è l’invecchiamento, per il quale non è possibile evitare la patologia, ma si può comunque rallentarne la comparsa.
Quello che si può fare per prevenire l’artrosi è:
Attualmente non esiste alcun trattamento in grado di curare l’artrosi, tuttavia è possibile alleviarne i sintomi, ritardarne l’evoluzione e migliorare la qualità della vita del paziente. Per questo esistono varie alternative:
Misure fisiche:
Chirurgia:
Le misure fisiche e i farmaci potrebbero essere considerati un trattamento conservativo, il cui obiettivo è quello di ridurre al minimo il dolore e l’immobilizzazione, cercando di rallentare il più possibile l’avanzamento della patologia.
Il reumatologo è il medico con maggior esperienza per eseguire la diagnosi dell’artrosi dell’anca e distinguerla da altre patologie articolari. Allo stesso modo, il reumatologo può indirizzare il paziente anche verso altri specialisti, se necessario.
La frattura dell’anca è la rottura dell’osso del femore. La maggior parte delle fratture dell’anca si verificano in una delle due parti del femore:
Collo del femore: quest’area si trova nella parte superiore del femore. Regione intertrocanterica: quest’area si trova poco più in basso dell’articolazione reale dell’anca, nella zona del femore superiore, proiettato verso l’esterno. Può esistere anche un terzo tipo di frattura dell’anca, denominata “frattura atipica”. Questo tipo di frattura dell’anca si verifica in persone che hanno assunto per un periodo prolungato dei farmaci che aumentano la densità ossea (bisfosfonati).
Una frattura dell’anca è una lesione grave, con complicazioni che possono mettere a rischio la vita dell’individuo affetto. Il rischio di frattura dell’anca aumenta con l’avanzare dell’età. Di fatto, si tratta di una delle lesioni ossee più frequenti nelle persone dai 65 anni in su. Inoltre, chi ha già sofferto di una frattura all’anca corre un maggior rischio di avere ossa debilitate e di cadere più spesso. Ciò significa un maggior rischio di ulteriori fratture dell’anca.
In generale, i sintomi della rottura dell’anca sono:
È possibile che la gamba lesionata appaia più corta dell’altra e girata verso l’esterno.
Se il paziente cade o non riesce ad alzarsi o a fermarsi, è possibile che il medico decida di eseguire una radiografia dell’anca per stabilire se vi sia una frattura. Qualora la prova a raggi X non mostri alcuna frattura, ma il paziente avverta un forte dolore all’anca, il medico può prescrivere una risonanza magnetica o una scintigrafia ossea, al fine di rintracciare una piccola lesione.
La maggior parte delle fratture dell’anca in persone con ossa normali sono il risultato di forti traumi, come per esempio, incidenti automobilistici. Per gli anziani e le persone affette da osteoporosi, invece, il rischio di soffrire di questo tipo di fratture è elevato, a causa della fragilità delle loro ossa. Per questi pazienti, un trauma minore o una caduta possono essere sufficienti a provocare una lesione.
Di norma, le prevenzione delle fratture dell’anca si basa sull’evitare colpi e cadute da un lato, e preservare il più possibile la robustezza delle ossa. Per far ciò, si possono prendere in considerazione i seguenti aspetti:
Di solito, il trattamento passa per la chirurgia, in cui vengono utilizzati diversi tipi di tecniche, a seconda di dove si trovi la frattura e della sua gravità, se le ossa sono rotte non sono allineate nella maniera corretta (frattura scomposta), a seconda dell’età del paziente e delle malattie non diagnosticate.
Gli specialisti in traumatologia sono gli esperti della frattura dell’anca.
Un’infiltrazione consiste in un’iniezioni di liquido nel tessuto peri-articolare dove si trova l’infiammazione. Le infiltrazioni, se prescritte adeguatamente, costituiscono una soluzione ottimale a problematiche come la borsite, la tendinite o qualora siano presenti disturbi che impediscano di condurre una normale vita quotidiana, dando non solo sollievo, ma eliminando anche il dolore. Si possono iniettare diverse tipologie di liquidi, per le articolazioni si è soliti utilizzare il collagene, l’acido ialuronico, antiinfiammatori, fattori di crescimento anche noti come Plasma Ricco di Piastrine (PRP).
Con le infiltrazioni si possono trattare anche patologie di origine reumatica come artrite ed infiammazioni o di disturbi di origine traumatica come la borsite, la tendinite o l’epicondilite. Patologie frequenti come il tunnel carpale, la spalla congelata o il dito a scatto possono essere trattati con questo trattamento ugualmente.
Le infiltrazioni si eseguono per dare sollievo a dolori articolari che affliggono le articolazioni, ma anche i tendini ed i muscoli. Queste infiltrazioni possono essere effettuate tanto nelle cavità articolari come nel ginocchio, nel polso o nel gomito quanto nei tessuti circostanti come i tendini ed i legamenti. Per dare un quadro più preciso delle infiltrazioni è necessario fare una distinzione in base al tipo di patologia articolare.
Un’infiltrazione altro non è che l’iniezione di un medicamento in un’area del corpo colpita da dolore. È una terapia piuttosto semplice che viene eseguita ambulatorialmente, poiché solo sono necessarie una siringa e la disinfezione della cute per evitare possibili infezioni. Una volta eseguita la puntura, l’azione benefica del medicinale di allarga all’intera area dolorante.
Le iniezioni non richiedono una preparazione specifica. Lo specialista dovrà conoscere la storia clinica del paziente, inclusi i medicinali assunti e quelli a cui il paziente è allergico. L’iniezione si effettua dopo aver disinfettato la zona e con una siringa sterile.
Dopo aver effettuato l’infiltrazione, il paziente non dovrebbe utilizzare l’arto trattato per almeno un giorno. Lo specialista prescriverà inoltre degli analgesici e l’applicazione di ghiaccio nelle ore immediatamente successive. Qualora si presentassero dolori intensi improvvisi, cambi di colore della tonalità della pelle o febbre è necessario recarsi immediatamente dallo specialista.
L’ozonoterapia è una tecnica innovativa i cui effetti sono gli stessi dei trattamenti tradizionali. Si tratta di applicazioni di gas localmente con azione antinfiammatoria, analgesica e rigenerativa.
La protesi di ginocchio è la sostituzione, mediante un’operazione chirurgica, dell’articolazione. L’impianto di protesi è indicato quando il ginocchio del paziente è gravemente danneggiato a causa dell’artrosi, cioè quando il grado di deterioramento e il dolore impediscono di camminare. I modelli di protesi sono diversi, e possono sostituire interamente o parzialmente l’articolazione. Solitamente, negli anziani viene sostituito l’intero ginocchio; nei giovani si esegue un’osteotomia tibiale o si inserisce una protesi unicondilare. I pazienti che hanno subito un intervento di protesizzazione riescono a camminare, aiutati dalle stampelle, già dal giorno successivo l’operazione.
Il Dott. Simone Ripanti è esperto in Ortopedia e Traumatologia.
Laureato nel 1989 e specializzato nel 1994 presso l’Università degli Studi La Sapienza di Roma, ha partecipato a numerosi corsi teorico-pratici di perfezionamento ed aggiornamento sulla chirurgia protesica di anca e ginocchio e sulla traumatologia geriatrica. Docente di numerosi corsi di aggiornamento sulla chirurgia protesica del ginocchio e dell'anca, il Dott. Ripanti si occupa principalmente di chirurgia protesica dell'anca e del ginocchio, di artrosi dell'anca e del ginocchio, di traumatologia e ortopedia geriatrica, di infiltrazioni articolari e di ortopedia pediatrica.. Già Dirigente Medico presso l’Ospedale Civile di Bracciano, l’Ospedale Civile di Velletri e l’Ospedale S. Giacomo, attualmente è Direttore f.f. dell'UOC di Ortopedia e Traumatologia dell' Azienda Ospedaliera S. Giovanni Addolorata ed esercita la libera professione presso la Clinica Paideia e presso lo studio Villa Ada World Medicine a Roma. Autore di pubblicazioni e traduttore di testi scientifici su riviste nazionali ed internazionali, ha partecipato in qualità di relatore, organizzatore, coordinatore e componente della segreteria scientifica a numerosi congressi in Italia e all’estero.
L’artrosi del ginocchio è una patologia articolare, che consiste principalmente nella lacerazione della cartilagine articolare, che può essere progressiva. Questa patologia può colpire qualsiasi articolazione, ma, di norma, soprattutto la colonna vertebrale, le mani, le ginocchia e le anche. La patologia di per sé non è esclusiva della vecchiaia, perciò chiunque può soffrirne. Tuttavia, la frequenza delle persone affette aumenta con l’avanzare dell’età, sebbene sia più comune nelle donne e nelle persone geneticamente predisposte. Sebbene molti di questi fattori non siano modificabili, è possibile comunque evitare il manifestarsi di questa patologia e il suo progredire. Esistono due tipi di artrosi del ginocchio, l’artrosi primaria, collegata all’invecchiamento e l’artrosi che si verifica in seguito a una lesione precedente, come una frattura, e che colpisce persone che praticano attività fisica ad alti livelli o persone obese.
Sebbene, in generale, l’artrosi non sia una patologia grave, è possibile che, a lungo andare, essa possa influire negativamente sulla qualità della vita delle persone affette. La prognosi dipende molto dal tipo di patologia e dalla sua evoluzione. È importante eseguire una diagnosi precoce, poiché tale fattore, insieme alle misure di prevenzione articolare, può contribuire a rallentare l’evoluzione e lo sviluppo della patologia. Il dolore e la mancanza di mobilità sono i principali fattori che incidono sulla qualità della vita del paziente, che, di conseguenza, viene compromessa. La patologia colpisce in maggior proporzione le persone al di sopra dei 50/60 anni. Ciò può favorire il sedentarismo di questi individui e favorire l’obesità, il manifestarsi di fattori di rischio di patologie, come l'ipercolesterolemia, l’ipertensione o il diabete, tra le altre malattie.
I segni e le manifestazioni dell’artrosi sono vari, progressivi e compaiono in maniera sporadica nel tempo. Il sintomo più comune è il dolore articolare, oltre a una limitazione dei movimenti delle articolazioni, accompagnati da crepitii e, a volte, dal cosiddetto versamento articolare. Vi sono casi in cui le persone presentano rigidità e deformazioni articolari. Il sintomo più preoccupante è il dolore. A un primo stadio, la malattia si manifesta quando la persona si muove o cerca di compiere uno sforzo con l’articolazione colpita. Il dolore scompare con il riposo. Tuttavia, lo sviluppo della patologia fa sì che il dolore compaia sia quando si realizza un movimento, sia quando si è a riposo. Uno dei fattori positivi del dolore articolare è che non è costante, per cui il paziente può trascorrere periodi anche lunghi senza avvertire dolore, sebbene ciò non significhi che nel frattempo la malattia non stia progredendo.
La diagnosi dell’artrosi è complessa. In primo luogo, è bene sottolineare che essa non può avvenire mediante una radiografia, ma è necessario eseguire un’anamnesi corretta e una visita medica. Nei casi in cui il paziente presenti gonfiore al ginocchio, lo specialista può decidere di estrarre il liquido articolare per analizzarlo e confermare la diagnosi. A parte le radiografie, la TAC o la risonanza magnetica possono essere esami complementari per diagnosticare l’artrosi.
La o le cause dell’artrosi sono ancora sconosciute al giorno d’oggi. Tuttavia esistono una serie di fattori di rischio associati alla sua comparsa:
La misura principale da adottare per cercare di prevenire la comparsa dell’artrosi è semplice: seguire una dieta sana ed equilibrata, come potrebbe essere la dieta mediterranea, oltre a praticare regolarmente e in maniera moderata attività fisica adatta all’età e allo stato fisico della persona. È raccomandabile limitare lo sforzo fisico intenso, come sollevare o trasportare oggetti pesanti. Sport di contatto, come il calcio e il rugby non sono raccomandabili per le persone affette da artrosi, poiché essi possono scatenare la malattia. I calciatori sono, infatti, uno dei gruppi maggiormente colpiti da questa patologia, a causa delle frequenti lesioni del menisco.
L’obiettivo principale del trattamento dell’artrosi è migliorare il dolore e l’incapacità funzionale, senza dar luogo a effetti collaterali che possono colpire il paziente. Il primo passo è la presa di coscienza, giacché evitare i fattori di rischio è fondamentale per scongiurare la patologia o per far sì che i suoi effetti siano il meno invalidanti possibili. A sua volta, il paziente avrà uno schema di esercizi personalizzato che dovrà realizzare con il fisioterapista per migliorare la sua condizione.
Al momento di trattare l’artrosi del ginocchio, il paziente ha diverse opzioni a disposizione, poiché esistono diversi specialisti in grado di trattarla, come i Traumatologi, i Reumatologi, i fisioterapisti, gli specialisti in Medicina Rigenerativa… Tuttavia, al momento della diagnosi, è bene sottolineare che il Traumatologo è lo specialista delle ossa e il Reumatologo quello dell’apparato locomotore ed è perciò lui ad occuparsi del trattamento dell’artrite in una prima fase.
L’artrosi dell’anca è una malattia degenerativa della cartilagine che ricopre la giuntura delle ossa del bacino e del femore. Questo tessuto facilita i movimenti tra le ossa e ne evita l’attrito. Quando la cartilagine diminuisce di trama e spessore o quando si consuma, si perde il corretto ingranaggio tra il femore e il bacino, fattore che dà luogo l’artrosi dell’anca. A seconda della sintomatologia dei pazienti si possono distinguere tra artrosi lieve, moderata e grave dell’anca.
L’artrosi dell’anca è una malattia cronica e, generalmente, si evolve molto lentamente con il passare degli anni. Inoltre, si stima che l’artrosi dell’anca sia il secondo o terzo tipo di artrosi più comune.
Il principale sintomo di questa patologia è il dolore, che si localizza fondamentalmente nella regione dell’inguine. Possono manifestarsi anche altri sintomi come la rigidità e il deterioramento della funzionalità (mobilità). In alcuni casi, il dolore scende verso la parte anteriore del muscolo, arrivando al ginocchio che può far male. Ciò potrebbe far pensare al paziente che il problema risieda nel ginocchio.
Per eseguire la diagnosi dell’artrosi dell’anca, lo specialista seguirà i seguenti passi:
L’artrosi dell’anca è una malattia multifattoriale, ovvero, è la conseguenza di una somma di fattori genetici e ambientali. Tra le cause secondarie che, insieme a quelle primarie o in maniera isolata, provocano l’artrosi dell’anca vi sono:
Una delle cause dell’artrosi dell’anca è l’invecchiamento, per il quale non è possibile evitare la patologia, ma si può comunque rallentarne la comparsa.
Quello che si può fare per prevenire l’artrosi è:
Attualmente non esiste alcun trattamento in grado di curare l’artrosi, tuttavia è possibile alleviarne i sintomi, ritardarne l’evoluzione e migliorare la qualità della vita del paziente. Per questo esistono varie alternative:
Misure fisiche:
Chirurgia:
Le misure fisiche e i farmaci potrebbero essere considerati un trattamento conservativo, il cui obiettivo è quello di ridurre al minimo il dolore e l’immobilizzazione, cercando di rallentare il più possibile l’avanzamento della patologia.
Il reumatologo è il medico con maggior esperienza per eseguire la diagnosi dell’artrosi dell’anca e distinguerla da altre patologie articolari. Allo stesso modo, il reumatologo può indirizzare il paziente anche verso altri specialisti, se necessario.
La frattura dell’anca è la rottura dell’osso del femore. La maggior parte delle fratture dell’anca si verificano in una delle due parti del femore:
Collo del femore: quest’area si trova nella parte superiore del femore. Regione intertrocanterica: quest’area si trova poco più in basso dell’articolazione reale dell’anca, nella zona del femore superiore, proiettato verso l’esterno. Può esistere anche un terzo tipo di frattura dell’anca, denominata “frattura atipica”. Questo tipo di frattura dell’anca si verifica in persone che hanno assunto per un periodo prolungato dei farmaci che aumentano la densità ossea (bisfosfonati).
Una frattura dell’anca è una lesione grave, con complicazioni che possono mettere a rischio la vita dell’individuo affetto. Il rischio di frattura dell’anca aumenta con l’avanzare dell’età. Di fatto, si tratta di una delle lesioni ossee più frequenti nelle persone dai 65 anni in su. Inoltre, chi ha già sofferto di una frattura all’anca corre un maggior rischio di avere ossa debilitate e di cadere più spesso. Ciò significa un maggior rischio di ulteriori fratture dell’anca.
In generale, i sintomi della rottura dell’anca sono:
È possibile che la gamba lesionata appaia più corta dell’altra e girata verso l’esterno.
Se il paziente cade o non riesce ad alzarsi o a fermarsi, è possibile che il medico decida di eseguire una radiografia dell’anca per stabilire se vi sia una frattura. Qualora la prova a raggi X non mostri alcuna frattura, ma il paziente avverta un forte dolore all’anca, il medico può prescrivere una risonanza magnetica o una scintigrafia ossea, al fine di rintracciare una piccola lesione.
La maggior parte delle fratture dell’anca in persone con ossa normali sono il risultato di forti traumi, come per esempio, incidenti automobilistici. Per gli anziani e le persone affette da osteoporosi, invece, il rischio di soffrire di questo tipo di fratture è elevato, a causa della fragilità delle loro ossa. Per questi pazienti, un trauma minore o una caduta possono essere sufficienti a provocare una lesione.
Di norma, le prevenzione delle fratture dell’anca si basa sull’evitare colpi e cadute da un lato, e preservare il più possibile la robustezza delle ossa. Per far ciò, si possono prendere in considerazione i seguenti aspetti:
Di solito, il trattamento passa per la chirurgia, in cui vengono utilizzati diversi tipi di tecniche, a seconda di dove si trovi la frattura e della sua gravità, se le ossa sono rotte non sono allineate nella maniera corretta (frattura scomposta), a seconda dell’età del paziente e delle malattie non diagnosticate.
Gli specialisti in traumatologia sono gli esperti della frattura dell’anca.
Un’infiltrazione consiste in un’iniezioni di liquido nel tessuto peri-articolare dove si trova l’infiammazione. Le infiltrazioni, se prescritte adeguatamente, costituiscono una soluzione ottimale a problematiche come la borsite, la tendinite o qualora siano presenti disturbi che impediscano di condurre una normale vita quotidiana, dando non solo sollievo, ma eliminando anche il dolore. Si possono iniettare diverse tipologie di liquidi, per le articolazioni si è soliti utilizzare il collagene, l’acido ialuronico, antiinfiammatori, fattori di crescimento anche noti come Plasma Ricco di Piastrine (PRP).
Con le infiltrazioni si possono trattare anche patologie di origine reumatica come artrite ed infiammazioni o di disturbi di origine traumatica come la borsite, la tendinite o l’epicondilite. Patologie frequenti come il tunnel carpale, la spalla congelata o il dito a scatto possono essere trattati con questo trattamento ugualmente.
Le infiltrazioni si eseguono per dare sollievo a dolori articolari che affliggono le articolazioni, ma anche i tendini ed i muscoli. Queste infiltrazioni possono essere effettuate tanto nelle cavità articolari come nel ginocchio, nel polso o nel gomito quanto nei tessuti circostanti come i tendini ed i legamenti. Per dare un quadro più preciso delle infiltrazioni è necessario fare una distinzione in base al tipo di patologia articolare.
Un’infiltrazione altro non è che l’iniezione di un medicamento in un’area del corpo colpita da dolore. È una terapia piuttosto semplice che viene eseguita ambulatorialmente, poiché solo sono necessarie una siringa e la disinfezione della cute per evitare possibili infezioni. Una volta eseguita la puntura, l’azione benefica del medicinale di allarga all’intera area dolorante.
Le iniezioni non richiedono una preparazione specifica. Lo specialista dovrà conoscere la storia clinica del paziente, inclusi i medicinali assunti e quelli a cui il paziente è allergico. L’iniezione si effettua dopo aver disinfettato la zona e con una siringa sterile.
Dopo aver effettuato l’infiltrazione, il paziente non dovrebbe utilizzare l’arto trattato per almeno un giorno. Lo specialista prescriverà inoltre degli analgesici e l’applicazione di ghiaccio nelle ore immediatamente successive. Qualora si presentassero dolori intensi improvvisi, cambi di colore della tonalità della pelle o febbre è necessario recarsi immediatamente dallo specialista.
L’ozonoterapia è una tecnica innovativa i cui effetti sono gli stessi dei trattamenti tradizionali. Si tratta di applicazioni di gas localmente con azione antinfiammatoria, analgesica e rigenerativa.
Un’infiltrazione consiste nell’iniettare, tramite un ago, un liquido nella zona da trattare. Con le infiltrazioni ecoguidate è oggi possibile visualizzare in tempo reale, in estrema sicurezza, il posizionamento dell’ago ed evitare il danneggiamento di strutture tessutali.
L’ortopedia infantile è una branca della chirurgia ortopedica e traumatologica che si occupa delle lesioni e dei disturbi muscolo-scheletrici dei bambini e degli adolescenti. È nota anche con il nome di traumatologia infantile o chirurgia ortopedica infantile.
Gli esempi più frequenti di lesioni infantili sono le malformazioni dei piedi, i disturbi dell’andatura, la displasia dell’anca, ecc. Questi problemi possono essere ereditari, congeniti o acquisiti.
Come per altri campi della medicina, la diagnosi precoce può aiutare a prevenire un problema ortopedico durante l’infanzia, ciò significa ricevere un miglior trattamento e una correzione più rapida della malformazione. Tra le patologie trattate dall’ortopedia infantile vi sono:
Inoltre, come esempi più frequenti è possibile annoverare:
Essa comprende tutte le sotto-specializzazioni dell’ortopedia dell’adulto, tuttavia i professionisti che si dedicano a questa disciplina ricevono una formazione specifica nei problemi ortopedici congeniti o acquisiti dei bambini e degli adolescenti, giacché le lesioni cambiano e l’organismo risponde in modo diverso a seconda dell’età del paziente. Ciò soprattutto durante le varie tappe dell’infanzia, quando i muscoli e le ossa sono in continua crescita e sviluppo. Per questo motivo, i princìpi dell’ortopedia stabiliscono che è fondamentale identificare ed eseguire una diagnosi precoce di una qualsiasi patologia ortopedica, al fine di somministrare un trattamento adeguato.
Quando si riscontra un problema nel bambino, è importante consultare uno specialista in ortopedia. Egli potrà, infatti, eseguire un esame fisico completo per valutare il raggio del movimento articolare, identificare le zone di dolore, in caso di versamenti cercare articoli in letteratura e verificare la stabilità dell’articolazione. Inoltre, è importante che lo specialista in questione si concentri sulle aeree della crescita, alle estremità delle ossa, la zona più suscettibile di soffrire di lesioni nei primi 20 anni di vita di un individuo.
La protesi dell’anca è una tecnica di chirurgia avanzata che consiste nella sostituzione dell’anca degenerata con un’articolazione artificiale.
Per l’intervento si utilizza l’anestesia totale o la rachianestesia (al di sotto della schiena). Per il ricambio delle protesi si preferisce l’anestesia totale, ammesso che si tratti di interventi più lunghi e laboriosi.
Esistono diversi tipi di protesi dell’anca in funzione di come viene realizzata la sostituzione delle ossa colpite.
Le protesi dell’anca vengono utilizzate per alleviare il dolore e per restituire al paziente la funzione di un’anca che non risponde bene al trattamento conservativo (riposo, riabilitazione, antinfiammatori…).
La sostituzione dell’anca con una protesi è indicata nei casi di artrosi dell’anca, artrite reumatoide o frattura dell’anca.
Le protesi si utilizzano per restituire e ripristinare la funzione dell’area colpita; è per questo che esse sono dotate di diverse componenti.
Le caratteristiche dei materiali impiegati in questo tipo di protesi permettono una mobilità simile a quella dell’articolazione umana. Per la fabbricazione di questi impianti vengono impiegati diversi metalli, come acciaio inossidabile, leghe di cobalto, cromo e titanio; plastica, generalmente polietilene, un materiale molto duraturo e resistente al logoramento provocato dall’attrito.
Prima dell’intervento di impianto di protesi dell’anca viene condotto uno studio preoperatorio che comprende:
Tuttavia, possono essere necessari ulteriori esami (esami di ventilazione polmonare, ecocardiogramma o prove allergiche).
Dopo l’intervento, i pazienti devono portare le stampelle per tutto il mese successivo.
Durante il post-operatorio è importante che il paziente segua una serie di istruzioni in casa:
Oltre a ciò, si consiglia al paziente di dormire supino, con un cuscino tra le gambe e di non girarsi da un lato. Quando si deve andare al bagno, si consiglia di porre un rialzo sul wc di circa 10-15 cm per evitare la flessione eccessiva dell’articolazione.
La protesi di ginocchio è la sostituzione, mediante un’operazione chirurgica, dell’articolazione. L’impianto di protesi è indicato quando il ginocchio del paziente è gravemente danneggiato a causa dell’artrosi, cioè quando il grado di deterioramento e il dolore impediscono di camminare. I modelli di protesi sono diversi, e possono sostituire interamente o parzialmente l’articolazione. Solitamente, negli anziani viene sostituito l’intero ginocchio; nei giovani si esegue un’osteotomia tibiale o si inserisce una protesi unicondilare. I pazienti che hanno subito un intervento di protesizzazione riescono a camminare, aiutati dalle stampelle, già dal giorno successivo l’operazione.
Il biostimolazione con plasma ricco di piastrine è un trattamento estetico utile per ringiovanire la pelle del viso (zona delle sopracciglia, zampe di gallina, l'area tra il naso e le labbra). Questa tecnica comporta l'estrazione del plasma dal paziente, ottenuto da un campione di sangue, che viene poi iniettato nella zona desiderata per ottenere la rigenerazione cellulare dei tessuti e combattere i segni dell'invecchiamento. Grazie al trattamento con plasma ricco di piastrine, la pelle ritrova compattezza, levigatezza e si riducono le rughe del viso. Attualmente, la biostimolazione piastrinica è utilizzata anche per altri trattamenti, come la correzione delle smagliature. È un trattamento assolutamente sicuro, poiché utilizzando il plasma dello stesso paziente non vi è alcun rischio di rigetto.
La traumatologia sportiva è una branca della traumatologia che si occupa di prevenire, diagnosticare e trattare le lesioni che si verificano durante la pratica sportiva, oltre a far in modo che l’atleta possa tornare quanto prima all’abituale pratica sportiva.
Le lesioni sportive possono avvenire in modo violento, per pratica eccessiva o per errori nell’allenamento, carenze tecniche, utilizzo scorretto dell’abbigliamento, mancanza di abilità ecc.
La traumatologia sportiva è specializzata nelle necessità dell’atleta, mentre la traumatologia classica tratta genericamente le lesioni all’apparato locomotore.
Lo specialista in traumatologia sportiva conosce in profondità i vari sport e comprende le diverse situazioni in cui viene a trovarsi lo sportivo. Inoltre, non deve avere solamente una grande conoscenza anatomica, medica o fisiologica, ma è anche indispensabile che sia in grado di trattare le lesioni in base al momento dell’attività sportiva in cui si verificano (allenamento, momento particolare all’interno della stagione, gare in progetto ecc.) e a molti altri fattori che possono influire sulla lesione stessa.
Le lesioni più frequenti sono:
In traumatologia sportiva, il trattamento corretto si basa sulla redazione di un’anamnesi per ogni atleta che includa tanto antecedenti familiari e personali a livello di salute generale, che antecedenti di lesioni, interventi chirurgici o altri aspetti ortopedici. A queste informazioni vanno aggiunte quelle contenute nel certificato di idoneità alla pratica sportiva per quanto riguarda vari aspetti legati a postura, apparato muscolo-scheletrico, articolazioni, legamenti, abilità fisica ecc., oltre ai fattori di rischio di infortunio in base allo sport.
Alcuni dei trattamenti realizzati nell’ambito di questa specializzazione sono:
Nel caso in cui uno sportivo subisca una lesione durante un allenamento o una pratica sportiva, è necessario farsi visitare da un traumatologo sportivo per evitare che la lesione peggiori compromettendo la salute del paziente.
La Telemedicina è un servizio di messaggistica privata e videoconferenza che consente di contattare gli specialisti in qualsiasi momento e in qualsiasi luogo.
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